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Pesca al calamaro: Italcanna Tataki Squid e tecnica Tataki

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In questo articolo descriveremo la canna Tataki Squid di Italcanna e andremo a vedere come si mette in pratica la Tataki fishing per la pesca ai cefalopodi.

Recensione Italcanna Tataki Squid SJ

Partendo dalle caratteristiche della pesca Tataki, indicata per la pesca ai calamari ed ai cefalopodi in genere, Italcanna ha rivisto l’attrezzatura occorrente per questa tecnica, adattandola al meglio per i nostri mari e le nostre prede.

Nasce così la Tataki Squid SJ, canna attorno ai 2 m molto maneggevole, leggera e sensibile che permette di esprime questa tecnica nel migliore dei modi. Grazie a queste caratteristiche ed in abbinamento con un mulinello rotante è possibile mantenere costante la sensibilità sulle esche, in particolare durante la scesa verso il fondo, in quanto molte volte proprio in questa fase avvengono gli attacchi dei calamari, quindi nel momento più difficile da percepire, e solo una canna con queste caratteristiche consentirà di avvertirle, a questo punto grazie al mulinello rotante sarà facile poter bloccare la bobina con un dito ed iniziare subito il recupero.
La canna viene comunque proposta anche in versione per mulinello a bobina fissa.

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Caratteristiche Italcanna Tataki Squid SJ

MODELLOLUNGHEZZASEZIONIANELLIPOTENZAINGOMBRO
per rotante2 m1anelli fuji alconite50/150g – drag 2/3200 cm
per fisso2 m1anelli fuji alconite50/150g – drag 2/3 kg200 cm

La tecnica Tataki fishing

Il Tataki fishing è una tecnica giapponese per la pesca ai calamari ed ai cefalopodi in genere che consiste nel “frustare” piccole esche siliconiche di vari colori, montate in serie su un terminale.

Si preferisce praticarla dalla barca, ma è possibile usare questa tecnica anche dal molo o dalle scogliere. Potremmo definirla una sorta di “jigging al calamaro”.

Come attrezzatura è consigliata una canna con azione morbida e cimino abbastanza sensibile da trasmettere la tocca del calamaro. Per il terminale si usa il fluorocarbon invisibile e più rigido del normale monofilo, con lo scopo di ricreare movimenti più naturali delle esche.

Scuotendo la canna di continuo l’esca attirerà le attenzioni di seppie e calamari; una volta che interromperemo il suo movimento fermando la canna i cefalopodi andranno a mangiare l’esca e potremmo sentire la tocca.

Per puntare i calamari più grandi bisogna andare più in profondita, mentre quelli piccoli una volta attirata la loro attenzione potrebbero essere attratti dall’esca anche a profondità minori.

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